L’improvvisa, non prevista e anzi sorprendente formazione di un governo di unità nazionale che gode alla Knesset di una larghissima maggioranza parlamentare, non è una buona notizia per la pace in Medio Oriente. L’accordo stipulato da Benjamin Netanyahu con il nuovo capo del partito Kadima, Shaul Mofaz, che ora lo fiancheggia come vice-primo ministro, ha il significato inequivocabile di compattare la classe dirigente israeliana in vista dio un attacco preventivo all’Iran. Tale operazione era stata denunciata come irresponsabile nei giorni scorsi da personalità importanti fra cui ex responsabili dell’intelligence e comandanti militari. Ciò aveva indebolito l’opzione bellica, anche agli occhi dell’alleato statunitense su cui Netanyahu vuole premere perchè Obama subisca ciò che vorrebbe scongiurare. L’accordo governativo fra Likud e Kadima ha portato all’annullamento delle elezioni anticipate già in precedenza stabilite. E lascia all’esigua pattuglia laburista guidata da Sheli Yachimovich il ruolo di un’opposizione poco più che testimoniale. Soffiano venti di guerra, gli esperti di strategia parlano di un’azione programmata in autunno, prima delle elezioni americane. Una sciagura, una classe dirigente votata alla perdizione.
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